All’Assemblea della Camera dei deputati inizierà il 13 marzo la discussione sul ddl in materia di DAT (Disposizioni anticipate di trattamento). Il testo base adottato prevede che il medico sia vincolato dalle dichiarazioni anticipate (magari rese molto tempo prima) di un paziente, o di un suo “fiduciario”, anche quando in queste c’è la richiesta di sospensione della nutrizione e dell’idratazione. In altre parole, si può obbligare il medico a uccidere il malato di fame e di sete. Il testo introduce a tutti gli effetti l’eutanasia omissiva.
I malati hanno bisogno di accompagnamento e – quando le circostanze lo richiedano – di cure palliative per il controllo del dolore. La loro eventuale disperata richiesta di morte è una pressante richiesta di aiuto e di accompagnamento. La loro dignità di persone vieterà sempre di considerare la loro vita come inutile e distruttibile.
Dietro l’eutanasia non vi è compassione perché la vera compassione rende solidali con il dolore altrui e non sopprime colui la cui sofferenza non si riesce ad accettare. Al contrario, dietro all’ eutanasia vi è tanto egoismo, rilevanti profitti e una mentalità eugenetica per cui chi non produce o è di peso, va eliminato. La legalizzazione dell’eutanasia offende nel profondo la dignità di chi lotta con coraggio contro i mali incurabili e le disabilità.
La Fondazione che ha partecipato all’organizzazione dell’Incontro Formativo di Sabato 4 Marzo alle ore 18 presso la Sala Convegni del Santuario porta a conoscenza il contenuto dei lavori attraverso il video che illustra tutti gli aspetti devianti della legge e le proposte alternative che possono essere realizzate.